Amici di Montefiore, ieri sera alla cena prenatalizia del FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Recanati ho avuto l'occasione, su invito della gentile Presidentessa Manuela Guzzini, a perorare la causa del restauro del nostro castello. Riporto il mio discorso.
"Forse lo stato di abbandono del castello di Montefiore è diventato ormai per tutti un luogo comune e, come tutti i luoghi comuni, fa correre il rischio di conviverci e passarci sopra. Ma se questo accade, sarà come rinunciare ad un pezzo importante della storia di Recanati.
Recanati ha trovato la sua fortuna turistica nella figura mondiale di Giacomo Leopardi. E giustamente ha sfruttato questa immagine per migliorare tutto quello che gravitava intorno ai luoghi della sua vita. Ma Leopardi non nacque per caso in un borgo privo di retaggi culturali, Leopardi fu l'emergenza di un fermento culturale bellissimo e profondissimo che trova le sue radici già nel 1200. Sin da allora la ricchezza culturale ed economica di Recanati si impose su tutto il circondario.
La costruzione del castello fu iniziata in quel periodo con l'intento di proteggere e controllare i possedimenti entroterra di Recanati. Il castello fu dunque un simbolo della sua potenza. Senza castello, forse, Recanati sarebbe stata ridimensionata e la sua effervescenza culturale ed economica compromessa. Proprio da questa ricchezza culturale ed economica emerse il genio mondiale di Giacomo Leopardi.
Quindi proporre Recanati come città della cultura è giusto se viene messa nella giusta luce la sua storia, di cui il castello di Montefiore è il suo baluardo ineliminabile.
Attualmente mentre nella frazione di Santa Croce di Recanati c'è un cartello turistico che indica la chiesa di Santa Croce, costruita dopo il 1900, nessun cartello turistico indica la presenza del castello di Montefiore, costruito 700 anni prima.
Ecco chiedo un impegno del FAI alla causa del restauro del castello e .... all' acquisto di un cartello turistico".